21 Maggio 2020
Maryanne Wolf ha coniato un nuovo termine per qualcosa di molto antico.
Chiama “lettura profonda” una lettura riflessiva e sentita, che implica i processi cognitivi lenti e più impegnativi.
Nella sua definizione, la lettura profonda fa riferimento a “quella gamma di processi sofisticati che conducono alla comprensione e che includono il ragionamento inferenziale e deduttivo, le abilità analogiche, l’analisi critica, la riflessione e il discernimento”. Immedesimarsi nei personaggi della storia, prendersi del tempo per costruire nell’immaginazione quei mondi in cui il protagonista si muove, e vivere sulla propria pelle le sue sventure: tutto questo è possibile attraverso il processo della lettura profonda.
Secondo Wolf, le nuove generazioni devono certo padroneggiare la lettura digitale, rapida, a salti, ma se non sviluppano le abilità della lettura profonda, il rischio è quello di una perdita della dimensione riflessiva e dell’analisi critica. La soluzione che l’autrice propone è la bi-alfabetizzazione, che promuove sia l’abilità veicolata attraverso la carta, sia quella attraverso lo schermo.
Klaus Conrad
Amico di Lettura